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«La mia Bagnoli»
Negozi che non ci sono più
Ho già raccontato che con la mia compagnia trascorrevo interi pomeriggi su una panchina del
Viale: era situata proprio di fronte al negozio del mobilificio Bontempo (lo ricordate?), accanto al fotografo Dalmazio.
Se chiudo gli occhi vedo come allora - e saranno passati quasi 40 anni - tanti locali che oggi non ci sono più, come la Biblioteca che però non durò molto: era al centro del Viale, all'angolo con via Ascanio, dove adesso c'è il Gran
Caffè Flegreo.
In quel periodo c'era un famoso e altrettanto...fumoso locale semibuio in via Plinio, nei pressi dell'ingresso del "Superò", in cui si giovava al flipper e al biliardo. Poichè non mi facevo...mancare niente, vi trascorrevo anch'io qualche oretta.
In quel locale conobbi, pensate un po', un ragazzo che aveva suppergiù la mia stessa età (22-23 anni) che era stato campione d'Italia di lotta; in seguito ho saputo che di titoli italiani ne ha vinti ben undici!
Partecipò agli europei juniores in Svezia ad Huskvarna nell'agosto 1970 e ai mondiali juniores a Tokyo nel maggio 1971, al torneo internazionale in Francia a Mulhouse nel dicembre 1972, al pentagonale internazionale Trofeo Giorgio Calza, premiato con la medaglia d'oro come miglior atleta italiano.
Insomma un grande campione bagnolese. Il suo nome ? Vincenzo Garofalo.
Sulla panchina ero molto spesso in compagnia di Nando Paone: bagnolese doc anche lui, è diventato, meritatamente, un famoso attore. Potete vederlo nel recente "Benvenuti al Sud", finalmente un film intelligente, bello, aperto: un manifesto di pace fra il Nord e il Sud.
Come due anime del purgatorio, Nando ed io stavamo seduti, spesso in silenzio, su quella panchina: lui con il suo cagnolino triste e io con i miei pensieri per il futuro. Un giorno mi fa: "Pecchè nun facimmo quacche ccosa pure nuje?". "E che cosa?" rispondo io. "Per esempio potremmo
fare una colletta p'o castagnaro". In quegli anni, infatti (1974-75 all'incirca) accanto alla fermata
della Cumana di Bagnoli, proprio vicino alle scale del sottopassaggio, si metteva un caldarrostaio.
Quando pioveva, il vecchietto si riparava come poteva con un ombrello. "E che cosa gli compriamo?".
"Per esempio un po' di lamiere da montare a mo' di casupola, che gli possano servire da riparo: magari
troviamo qualcuno che sappia montarla: almeno il poveretto non si bagna!".
Detto fatto, iniziammo una colletta fra gli amici, ma soprattutto fra i negozianti. Ricordo quelli di allora (molti ci sono
ancora): Bontempo, Dalmazio (che ho già ricordato), la Casa degli uccelli (negozio per animali, angolo
Viale-via Eurialo), il bar Marano, il bar De Rosa (angolo Viale-via di Niso), il bar Sandomingo, il
bar Palermo (in via di Niso), il fioraio Berlingieri, la panetteria Rescigno, le cartolerie Conte e
Pennino e chiedo scusa se dimentico qualcuno.
Fatto sta che raccogliemmo una cifra superiore alle nostre
aspettative: ben 100.000 lire! Non so fare il parametro, ma ricordo che in quell'epoca si trattava
di una cifra enorme, direi 200-300 euro di oggi, considerato il valore del denaro, al di là di
calcoli numerici. Beh, insomma, Nando e io ci recammo dal caldarrostaio e gli consegnammo i soldi.
Lui, un po' a disagio, ci disse: "Nun tengo ‘o riesto!", ma gli spiegammo la faccenda. Fu tanta la
sua commozione e, soprattutto, la meraviglia, che non riuscì ad aggiungere altro che un balbettante
grazie.
A questo riguardo vi voglio confidare un mio pensiero e cioè che la carità non deve essere muta,
ma bisogna fare propaganda e cercare di coinvolgere tante persone. Sarebbe bello, infatti, organizzare
periodicamente una colletta per realizzare qualcosa di utile per la comunità.
A Bagnoli, l'ho già ricordato in un altro articoletto, c'erano ben cinque cinema: Ferropoli,
Cabiria, Roma, Terme e La Perla, l'unico, quest'ultimo, ancora in attività. La solita nostalgia mi consente
di ricordare ancora il pianino del Viale: lo si trovava quasi di fronte alla tabaccheria del Viale,
dove adesso c'è l'IP; don Ferdinando, che organizzava lotterie portando con sè l'immancabile
panariello; la signora che vendeva le pannocchie (‘e spighe) in un cancello di via Ascanio; il negozietto
in cui si riparavano biciclette in una traversa di via di Niso; Don Rafele il giornalaio, in via
Eurialo, persona simpaticissima e dotata di grande umanità e senso dell'umorismo; la merceria di
Gennaro Volpe, anch'essa in via Eurialo, nei pressi della Casa degli uccelli; la lavanderia di don
Alisandro in via di Niso: suo figlio con grande forza di volontà sfondò nel calcio e giocò perfino
in serie A con la Lazio.
In via di Niso, angolo via Plinio, c'era la minuscola bottega d'a Bbaresa che
assieme al marito vendeva un po' di tutto: dalle caramelle ai fumetti usati. E a proposito di
fumetti, in via Ilioneo, quasi di fronte alla stazione dei Carabinieri, in un seminterrato, c'era
perfino un negozietto di fumetti usati. Alla fine di via Lavinia, all'angolo, sotto le colonne, c'era
Salvatore ‘o gummista: un caro amico con cui avrò giocato un centinaio di partite di calcio!
Nella piazzetta prospiciente la metropolitana, e cioè via Lucio Silla, c'era un distributore di benzina,
situato dove adesso c'è il giardinetto. Ehm... c'era anche un vespasiano, che faceva bella mostra di sè
nel Viale, proprio alle spalle dell'edicola. E quanti di voi ricordano la prima (e forse unica)
discoteca di Bagnoli? Si chiamava "La mela bacata" ed era situata nel cancello che sta proprio accanto
al negozio di bomboniere. Era un seminterrato: entravi e immediatamente venivi assalito da una
coltre di fumo (altro che nebbia della Val Padana!) e da un rumore pazzesco. Per attenuare questo
fracasso ricordo che i gestori avevano messo i cartoni delle uova su tutte le pareti. I venditori
ambulanti, poi! Fra tutti, cito quello di more e gelsi: E cceveze! gridava, e mi svegliava, e mi
rigiravo nel letto: stava per finire la dolce stagione della mia adolescenza.
Fra non molto me ne sarei andato per sempre, lasciando i miei sogni e la mia amata Bagnoli.
Samlet
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